Rullo di tamburi: la prima collezione di Alexander Wang per Balenciaga.
One of the hottest catwalk in Paris this February was for sure Balenciaga's one. Everyone was waiting for the first collection of the 29 years old American Alexander Wang, the first one in the post-Nicolas Ghesquière. I must admit that Wang's task was really hard, presenting something after years of Ghesquière's pure imaginative fashion, beloved by buyers, customers and press, in one of the most posh maison in Paris, is not something that everyone would be willing to do. The pressure was high, maybe too high as, in his first try, Wang didn't meet my expectations.
His first collection, presented Thursday morning in the intimate salon on avenue George V was far away from the explosive power of Raf Simon's first creations for Dior and miles away from the snobbish taste of Hedi Slimane for Yves Saint Laurent, ops for Saint Lauren Paris as monsieur Slimane renamed the maison. Wang's collection was too precise, with too many references to Cristòbal Balenciaga's style and so connected to the roots of the brands that seemed like a tribute to me. I didn't see any of Wang's sporty-high-street touch in the black and white outfits that walked down the catwalk, but exceptionally well made cocoon jackets, small blazers with round volumes, cigarette pants. It was all about the fabrics and nothing else.
Wang didn't take the risk at all, that is what disappointed me. I hope he will at least try with the next collections, to paraphrase a famous quote "Paris is well worth a risk".
Uno degli appuntamenti più attesi della fashion week parigina è stato assolutamente il debutto di Alexander Wang chez Balenciaga. In molti aspettavano al varco il ventinovenne talento americano che era chiamato all'arduo compito di rimpiangere le collezioni azzardate e iper creative di Nicholas Ghesquière. Compito arduo e assolutemanente non da tutti, ma direi che, la prima collezione del post-Ghesquière non è stata per niente all' altezza delle mie aspettative.
La prima collezione di Wang per il marchio non si è nemmeno lontanamente avvicinata alla forza dirompente delle prime creazioni di Raf Simons per Dior o al gusto snobistico di Hedi Slimane per Yves Saint Laurent, ops for Saint Laurent Paris come monsieur Slimane ha voluto vezzosamente ribattezzare la maison. Quella di Wang è stata una collezione fin troppo precisa e connessa alle radici della sartorialità di Cristòbal Balenciaga per riuscire ad impressionarmi. C'era pochissimo del suo tocco sporty-high-street e moltissimo archivio nei look che ho visto in passerella. Outfit bicolori, giacche dalle silhouette bombate, cappotti cocoon, abiti in cui il focus è sui tagli e sui tessuti; quello di Wang mi è sembrato più un tributo al grande couturier spagnolo che una collezione personale.
Come si dice: per non strafare, non ha fatto affatto. Rimane sempre la speranza che dalla prossima collezione Wang aggiusti un po' il tiro, come direbbe qualcuno "Parigi val bene un rischio".
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