I love the Scandi simplicity but I have
to admit that seeing Mimi Plange's show was like breathing fresh air
in a warm summer day...
Mi piace la linearità scandinava, ma
devo ammettere ch vedere la sfilata di Mimi Plange è stato come
respirare una boccata di aria fresca in una calda giornata estiva...
She had me in the precise moment when a
magnificent flower print dress walked down the catwalk of the
Stockholm fashion week followed by a wave of mesmerizing floral
beauties. So I decided to investigate a bit more and I discovered
that the Ghanian, New York based, designer Mimi is one of André
Talley Leon favourites and that she worked with the shoe guru Manilo
Blahnik. Mix that with a collection that is still one of the best
that I've seen this season on the catwalks, and you'll surely understand
why I wanted to know more. So I asked Mimi for an interview and she
was so kind to take the time to reply to my questions...
Let´s start with a question about
you. Reading your biography I found really interesting that you
studied architecture. How did you decide to change your career and
become a fashion designer?
I spent a small portion of my life with
an architect uncle who exposed me to the arts. I grew up in a
household that felt that a future in the arts was not sustainable or
consistent. But, after seeing my first runway show at 11, I wanted to
be a fashion designer. I initially choose architecture because I
wanted to have design in my life, like my uncle, and listen to my
mother's concerns about being an 'artist' After reading about
Gianfranco Ferré and his architecture/fashion background, I felt
inspired that having a background in architecture would only improve
my design process and I to go from architecture to fashion.
In your "previous designer
life" you created shoes and jewelry. Do you ever miss anything
about designing accessories?
My first job in the Fashion Industry
was a merchandising position at a young tween accessories company
that made fun affordable jewelry. At my own label, I have had the
honor of collaborating with the legendary Manolo Blahnik on custom
shoes for our collections. I don't miss designing accessories because
I still do it! We make custom accessories including bags and scarves
for our private clients.
One of the models that Mimi designed for Manolo
Before your show in Stockholm there
was an hashtag on the catwalk #thedemocratizationofluxury. Do you
really think that luxury is supposed to be democratic? And how could
that be possible?
I think luxury has already been
democratized; With the emerging of a mass class of wealthy people all
throughout the world. Luxury is no longer the token of social status.
The Democratization of luxury in my
point of view means taking care of yourself, loving yourself, in
order to improve your quality of your life and your personal
satisfaction. Its become more of a personal experience than a social
one, and it is becoming more and more available for a huge amount of
people.
In the future the people will build the
brands with their voices. This new cycle will be more holistic, and
purely about self expression.
For your show in Stockholm you
collaborated with the stylist Emma Elwin who is famous for her really
Scandi and minimalist taste. How was working with Emma and do you
think her "minimalist touch" influenced somehow the way
your collection was presented?
Emma was the perfect stylist for me to
work with! I love decorated textiles and texture, but when it comes
to silhouette, I love clean lines. My architecture background has
gifted me the sensibility of looking at a women's body as my
landscape. How do I provide solutions? When and where shall I
accentuate? I've never used jewelry in my shows and prefer an minimal
look with structured hair so working with Emma was complimentary! I
agreed with her entirely. I love her own sense of style and believe
she was able to see the collection structurally and romantically, as
I did.
What was the inspiration for your SS
collection? And in particular is there any direct reference to the
flower print? I was literally amazed by it, seeing all the pieces
walking down the runway was like being in print heaven.
Thank you so much! I am obsessed with
Victorian florals, and often use them as inspirations for color and
graphic compositions. I create all of my custom prints on Illustrator
and Photoshop using a mix of flowers I have drawn and vintage
victorian textiles. This particular print was inspired by a victorian
garden painting and Botswana's national bird, the lilac breasted
roller.
Looking at all your collection I can
see a "fill rouge" of bright colors and floral prints. Do
you consider those your signature?
I say that texture, color and romantic
prints are definitely signatures of mine.
I also love working with muted tones
and soft pastels, that I often combine with a bright pop of color.
If you could have any woman, from
the present or the past, wearing your collection. Who would she be?
Sheika Mozah bint Nasser Al Missned
Who is/are your favorite designer(s)
and if you could, what talent would you steal from him/her/them?
I always loved Yves Saint Laurent and
Azzadine Alaia. I wouldn't steal any talent simply because I feel
that ever designer is bringing something different to fashion, it
must purely come from you!
I am curious about hearing your
opinion on some trends. So hot or not..
Chain bootsho: hot
Punk couture: hot
The grunge renaissance: not
Lug sole shoes: not
Mi ha conquistata nell'esatto momento
in cui un magnifico vestito fiorato è apparso sulla passerella della
settimana della moda di Stoccolma, seguito da un'onda di incantevoli
abiti floreali. Ho così deciso di investigare un po' e ho scoperto
che Mimi, designer di origini ganesi ma ormai di casa a New York, è
stata segnalata come talento da tenere sott'occhio da André Talley
Leon e che ha collaborato con il guru delle scarpe Manolo Blahnik.
Aggiungete a questo il fatto che la sua collezione è una delle più
belle che io abbia visto fin'ora in passerella, e capirete che non
potevo non saperne di più su di lei. Ho così chiesto a Mimi di fare
un'intervista e lei è stata così gentile da rispondere ad alcune
delle mie domande...
Iniziamo con una domanda su di te.
Leggendo la tua biografia ho trovato molto interessante che tu abbia
studiato architettura. Come mai hai deciso di cambiare la tua
carriera e di diventare una stilista?
Ho passato una piccola parte della mia
vita con uno zio architetto, che mi a introdotta all´arte. Sono
cresciuta in una famiglia in cui un futuro come artita non era
considerato fattibile o sostenibile. Ma, dopo aver visto la mia prima
sfilata a 11 anni, ho capito che da grande avrei voluto fare la
stilista. Inizialmente ho scelto architettura perchè volevo che il
design facesse parte della mia vita, esattamente come mio zio, e
anche perchè ho ascoltato le preoccupazioni di mia madre che non
voleva che diventassi un´”artista”. Sono stata fortmente
ispirata dopo aver letto che Gianfranco Ferré ha avuto una
formazione da architetto e ho capito che un backgroud in architettura
non poteva che essere un plus nella mia carriera da stilista e cosí
ho deciso di fare il grande passo e di buttarmi nel mondo della moda.
Nella tua “vita precedente” come
designer hai creato scarpe e gioielli. C´è qualcosa che ti manca
del disegnare accessori?
Il primo lavoro che ho avuo nella moda
é stato nel merchandising per una compagnia che produceva gioielli
per bambine e teenager. Da quando ho creato la mia linea ho avuto
l´onore di collaborare con il leggendario Manolo Blahnik. Non mi
manca nulla del disegnare accessori, perchè ancora li disegno! Creo
accessori su misura come borse e scarpe per i miei clienti.
Prima dela tua sfilata a Stoccolma
ho notato un hashtag sulla passerella #thedemocratizationofluxury.
Pensi davvero che il lusso debba essere democratico? E se sí, come
credi sia possibile?
Penso che il lusso sia già stato
democrratizzato, attraverso i nuovi ricchi, che sono sempre di più
in tutto il mondo, il lusso non è più un chiaro segno di uno stato
sociale.
La democratizzazione del lusso per me
significa prendersi cura di sè stessi, amarsi, per aumentare la
qualitá della propria vita e la propria soddisfazione personale. È
più un´esperienza personale che uno status sociale, ed è per
questo che per me è sempre più alla portata di un numero maggiore
di persone.
In un futuro le persone creeranno
brands loro stessi, brand che li rappresentino appieno e abbiano la
loro voce, Questo nuovo ciclo sarà più olistico e puramente
dedicato all´espressione personale.
Per la tua sfilata a Stoccolma hai
collaborato con la stylist Emma Elwin che è famosa per il suo gusto
scandinavo e minimalista. Com´è stato lavorare con Emma e credi che
il suo “tocco minimal” abbia in qualche modo influenzato la
collezione che hai presentato?
Emma è stata per me la stylist
perfetta! Adoro le stampe e le texture importanti, ma quando si parla
di linee e silhoettes, adoro essere semplice. I miei studi in
architettura mi hanno educata a guardare al corpo delle donnre come
al mio paesaggio. Come posso esaltarlo, accentuarlo, definirlo? Non
utilizzo mai gioielli per le mie sfilate, preferisco un gusto minimal
con un accento sulla pettinatura, quindi lavorae con Emma è stato
per me complementare! Ci siamo sempre trovate d´accordo. Adoro il
suo senso dello stile e sono convinta che lei sia stata in grado di
vedere la prte strutturale e romantica della collezione esattamente
come la vedo io.
A detail of the structured hair
Qual è stata la tua ispirazione per
la collezione PE? E in particolare per la stampa a fiori che hai
presentato in passerella? Mi ha completamente ipnotizzata, era come
stare in un paradiso di fiori.
Grazie! Sono ossessionata dalle stampe
a fiori vittoriane e spesso le utilizzo come ispirazione per i colori
e la composizione grafica. Creo tutte le mie stampe con Photoshop
usando un mix di fiori che disegno io e di tessuti vittoriani
vintage. Questa stampa in particolare è stata ispirata da un quadro
vittoriano e dall´uccello nazionale del Bottswana, la
ghiandaia marina pettolilla
Guardando le tue collezioni posso
vedere un “fil rouge” fatto di colori forti e fantasie floreali.
Credi che questi due elementi facciano parte della tua firma
distintiva?
Credo che le texture, i colori vivi e
le stampe romantiche siano parte integrante del mio stile.
Mi piace anche
lavorare con i colori neutri e i toni pastello, che mi piace
combinare con tocchi di colore pop.
Se potessi
scegliere una donna, del presente o del passato, che indossasse i
tuoi abiti, chi sarebbe?
Sheika Mozah bint
Nasser Al Missned
Ho sempre amato Yves Saint Laurent e
Azzadine Alaia, ma non ruberei loro nessun talento perché ritengo
che ogni stilista possa creare qualcosa di nuovo e innovativo
solamente se viene da lui stesso.
Sono curiosa di sapere cosa ne pensi
di alcuni trend di questa stagione. Quindi hot or not..
Stivali con le catene: hot
Punk couture: hot
La grunge renaissance: not
Scarpe con la
suola carroarmato: not
I am absolutely in love with the combination of jersey ad floral print
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